Abbiamo parlato delle nuove norme in materia edilizia che interessano i territori colpiti dal terremoto, durante la trasmissione di Rai News 24 condotta da Roberto Vicaretti, di cui son stato ospite con Ettore Prandini (Presidenti di Coldiretti), Alviso Maniero (Movimento 5Stelle) e Roberto Petrini, giornalista de la Repubblica.
Mi riferisco alla proposta lanciata dall’Anci, ovvero all’introduzione della possibilità di sanare alcune piccole difformità edilizie che, specialmente nel nostro territorio montuoso appenninico, costituiscono l’ennesimo impedimento all’avvio della ricostruzione. Le difformità che saranno interessate dalla sanatoria sono di minima entità: finestre, soppalchi, comunque modificazioni che rientrino nel 5% degli incrementi volumetrici nelle Regioni in cui è vigente il Piano Casa, ovvero la regolamentazione a livello regionale.
Si tratta di un provvedimento che consente finalmente di sbloccare i cantieri e che antepone gli interessi collettivi a quelli individuali: oltre a prolungare gli enormi disagi di chi già ha vissuto un evento traumatico come il terremoto con la sistemazione nelle cosiddette “autonome sistemazioni”, il rinvio e i ritardi della ricostruzione incidono profondamente anche sui bilanci mensili dei Comuni.
Ancora una volta, le labirintiche normative del legislatore impediscono di rispondere in maniera affermativa a una semplice domanda: è stato fatto tutto il possibile – prima, durante e dopo l’emergenza sismica – per questi territori, per i nostri territori?