Scippo delle polizze anti-sisma, I Comuni ricorrono al Tar

E’ iniziata una battaglia legale, davanti al Tar del Lazio contro la delibera della Commissaria per il terremoto, Paola De Micheli. La motivazione del ricorso riguarda la pretesa dello Stato di “confiscare” gli indennizzi assicurativi che i Comuni hanno conseguito grazie alle polizze assicurative contratte nel tempo per salvaguardare i patrimoni municipali dagli eventi catastrofali come il terremoto. La sfida giudiziaria, è bene dirlo, non ha coloritura politica. Tra i ricorrenti (29 Comuni marchigiani) si contano 12 enti di centrosinistra, 9 di centrodestra e 8 Comuni guidati da coalizioni civiche. Ne ho scritto su Huffington Post. Oltre alla questione che in sé ha dell’assurdo, si aggiunge assurdo registrando il comportamento del Governatore della Regione Marche, Luca Ceriscioli. Andiamo con ordine. La Commissaria De Micheli ha preteso che i buoni e previdenti amministratori finissero per essere equiparati a quelli imprudenti. Hai fatto una assicurazione contro i danni da sisma? L’hai pagata con il bilancio comunale, quindi con i denari dei tuoi concittadini? Peggio per te. Lo Stato ti rifonderà i danni solo nella parte eccedente le tue polizze. Insomma, ti sei assicurato per 100 e lo Stato ti riconosce 150 per i danni? Te ne darà solo 50. Senza ripagarti i premi assicurativi. Un raggiro? Un esproprio? Chiamatelo come volete, ma certo una pessima prova di amministrazione pubblica. La  Commissaria ci ha ripensato in parte, e ha deciso che questa modalità fosse esagerata non foss’altro per coloro che le spese della polizza le avevano già sostenute e avevano già messo a bilancio l’incasso. Quindi l’esproprio – o come vi  piace di più considerarlo – resta ma solo per coloro che al 18 dicembre 2017 (data della determina commissariale) non hanno incassato (o legittimamente impegnato) l’indennizzo. Un problema solo in parte risolto. Ma qui scatta la seconda follia.  La nota interpretativa, che Paola De Micheli ha inviato al Governatore Ceriscioli è stata tenuta nel cassetto da quest’ultimo fino al 14 febbraio. In questo modo, anche quei Comuni, che non  avrebbero più avuto motivo di ricorrere al Tar (avendo già incassato o impegnato l’indennizzo), hanno sostenuto le spese legali per andare al ricorso. Danno e beffa. E collaborazione istituzionale al di sotto di ogni legittima aspirazione civile.

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