L’oceano della burocrazia contro la ricostruzione, il caso di Norcia

Spendere sta diventando più complicato che trovare le risorse. Mi trovo a ripeterlo spesso. L’ho scritto in questi giorni sul blog di Huffington Post a proposito di una triste conferma: impossibile affrontare la ricostruzione delle zone terremotate senza scontrarsi con l’oceano della burocrazia e delle normative che scatenano gli interventi della magistratura. Sindaci e funzionari pubblici si trovano a galleggiare in un mare di rischiose incertezze.
Mi viene da pensare a questo proposito alle vicissitudini di tanti miei colleghi sindaci che hanno la sventura di dover affrontare crisi e ricostruzioni ben più drammatiche della mia. L’ultimo è il caso di Norcia. L’amico sindaco Nicola Alemanno (nella foto con alle spalle l’immagine di San Benedetto) si è visto indagato per aver avviato la costruzione di un centro polifunzionale (luogo di aggregazione che diventa anche dormitorio in situazioni di emergenza) con troppa celerità, essendo ritenuta l’opera priva dei requisiti emergenziali che consentono di accelerare decisioni e assegnazioni di opere pubbliche. Non vorrei entrare nella valutazione del caso – che cosa c’è di più tipicamente emergenziale se non organizzare luoghi di aggregazione funzionale persino alla trasformazione in ricovero notturno? – ma vorrei puntare l’attenzione sul metodo. Alemanno ha pacatamente chiarito il problema: “Stiamo costruendo una struttura pubblica con finalità pubbliche, ma con soldi privati (già, si tratta di una donazione!). Qual è il reato? C’è un problema di interpretazione della norma? Bene, chiariamolo, perché dobbiamo farne altre di opere così, e abbiamo bisogno di capire al più presto che cosa possiamo e non possiamo fare. Questo clima non aiuta gli uffici dell’amministrazione comunale a svolgere con serenità l’enorme mole di lavoro a cui siamo quotidianamente chiamati”.
Nel caso degli eventi sismici 2016-2017 sono stati approvati decine di provvedimenti, tra decreti, leggi, ordinanze, circolari e “grida manzoniane”. Nessuno si è peritato di realizzare un testo unico di questa alluvione regolatoria che rischia di travolgere tutto e di inibire ogni serio proposito di ricostruire correttamente ed efficacemente.
E in questo quadro cosi sconsolante sarà sempre più frequente che i Sindaci del cratere, nello smistare la posta, si vedono riempire la scrivania di cartoline verdi della Procura. Oltre al danno del terremoto, la beffa di essere esposti al pubblico ludibrio.
Come recentemente è accaduto nella Città di San Benedetto.

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