Le casette fanno acqua, nelle Marche la protesta dei sindaci

Un sindaco è sempre in prima linea per i suoi concittadini, faccia faccia con i problemi concreti di ogni giorno facendo i conti con i tagli di risorse economiche che sui Comuni si abbattono dall’alto, da Roma. Questo è ancor più vero quando sulla tua comunità si abbattono terremoti disastrosi e ripetuti. Penso al caso di Franco Ceregioli, sindaco di Sarnano (Macerata). Quando i sindaci di montagna sono costretti a fare gli ispettori nelle casette (le cosiddette Sae, Soluzione Abitativa in Emergenza) piene di problemi e a protestare dando voce ai propri cittadini sfollati, l’indignazione cresce anche in chi, rivestendo un ruolo istituzionale, è abituato a risolvere i problemi e non solo ad enunciarli. Nelle Marche, la protesta dei primi cittadini è divenuta la normalità e, proprio per questo a ben vedere, sono i Sindaci l’ultimo presidio istituzionale capace di mantenere – in questa disastrosa gestione del post terremoto – un minimo di credibilità. Baluardo di un sistema pubblico pressoché allo sbando. Di plastica evidenza è proprio il caso delle Sae: all’emergenza che le casette dovrebbero risolvere, le “soluzioni abitative” in realtà creano altra emergenza, quella dei riscaldamenti che non funzionano, delle rifiniture inesistenti, delle tubature che congelano, quella delle piazzole non realizzate a distanza di un giorno dalla consegna delle casette stesse. Quello del cratere sono sindaci ormai “a mani nude” e sulle casette sarebbe corretto che almeno venisse garantito il coinvolgimento formale dei Sindaci nelle procedure di controllo dei lavori, perché è chiaro che questo controllo al momento non c’è. Lo capisco, è una grana in più ma almeno forse i problemi concreti, quelli che i sindaci abituati a risolvere magari con difficoltà ogni giorno, si riuscirebbe a risolverli gridando nelle orecchie di chi, dopo essersi aggiudicato un appalto, pensa di aver concluso il suo compito e i tempi di consegna restano solo un virgola burocratica, una punteggiatura che domani il Commissario di turno potrà variare a seconda delle convenienze politiche del momento.

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