Altri 600 milioni in meno per i Comuni nel 2018

La legge di Bilancio in via di approvazione riserva un’altra sorpresa infelice per i Comuni italiani: 600 milioni in meno di spesa corrente per il 2018.  Sul blog ospitato su Huffington post spiego dettagliatamente perché. Sono le conseguenze – non valutate? ignorate? disprezzate? – dell’applicazione del nuovo contratto del pubblico impiego sui bilanci dei Comuni. Intendiamoci, ben venga il rinnovo contrattuale dei dipendenti pubblici, ma non si racconti che per il 2018 la spesa corrente degli enti  locali non subirà variazioni. Meno spesa, meno servizi. E’ l’ennesima riprova di una dissociazione istituzionale che finisce per favorire solo il gioco del cerino. Lo scaricabarile che produce oneri ulteriori sui Comuni e sui cittadini. Dopo i sacrifici per turn over bloccato e del depauperamento delle risorse umane e delle professionalità negli uffici delle Pa del territorio, ecco una nuova crescita della spesa “obbligata” dal nuovo contratto, che finirà per far ridurre altre voci della spesa corrente: più soldi in busta paga ai dipendenti pubblici, ancora meno servizi per i cittadini, in una indegna “guerra tra poveri”, frutto di una incapacità di programmazione e di organizzazione da parte del Governo centrale.
L’incoerenza dimostrata dal rinnovo del contratto del pubblico impiego, che il Governo non ha minimamente calcolato negli effetti da gestire sui Comuni e gli altri enti territoriali, è l’ennesima prova di una progressiva disarticolazione delle linee di collaborazione istituzionale nel nostro Paese. Lo stesso approccio che ha visto abolire le Province, salvo poi farle rivivere senza competenze; lo stesso approccio che ha visto far ricadere sulle Regioni le incombenze amministrative delle Province, stravolgendo il mandato istituzionale delle Regioni: legislazione, non amministrazione. A loro volta le Regioni – in questo caso la mia Regione, le Marche, si è distinta per una insensibilità particolare per i Comuni – hanno scaricato nuovi oneri amministrativi sui Comuni (come le funzioni di Genio civile), ingolfando una macchina amministrativa locale già oberata e depauperata di risorse umane e finanziarie.

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